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Turbulent America: le fotografie che raccontano la storia

Settembre 20, 2018 Di MOSTRE Comments Off

Turbulent America è un ampio ritratto degli Stati Uniti visti dagli occhi di un fotografo francese, Jean-Piere Laffont. Laffont, arrivato a New York nel 1965, per più di tre decenni ha viaggiato attraverso il Paese, cercando di immortalarne lo spirito.

La retrospettiva allestita nelle sale del terzo piano al Centro Culturale Candiani comprende il lavoro del fotografo dal suo arrivo nella Grande Mela fino alla fine degli anni ’80, un lungo periodo in cui ha documentato gli aspetti sociali, politici e culturali degli Stati Uniti.  L’esposizione resterà aperta fino al 30 maggio 2019 con orario dal mercoledì alla domenica dalle 16 alle 20.

Laffont era in prima fila in alcuni dei momenti decisivi della storia americana. Ha puntato l’obiettivo su disadattati, indigenti, ribelli. Ha focalizzato l’attenzione sull’esplosione della rivoluzione sessuale, sul movimento dei diritti civili e le conseguenze delle restrizioni alla libertà di parola. Harold Evans scrive che Jean-Pierre Laffont presenta un’analisi multiforme di ciò che vide accadere in America tra gli anni ’60 e gli ’80. Il suo occhio instancabile non è tanto attratto dai balletti della politica di Washington, quanto dal significato sociale delle proteste nelle grandi città e dello stoicismo nelle zone rurali. Secondo Evans, Turbulent America è il ritratto sorprendente della velocità plateale della vita americana, delle sue divisioni traumatiche, delle sue ambizioni inebrianti, dei suoi eroi e le sue eroine e della parata senza fine di personaggi falliti e strambi.

L’obiettivo di Laffont offre un assaggio delle principali questioni politiche nel momento stesso in cui sono emerse, sfumate o degenerate. Laffont ha notato che, a un primo sguardo, le singole fotografie scattate durante quel quarto di secolo sembrano ritrarre solo una gran confusione…. rivolte, manifestazioni, disgregazione, crolli e conflitti. Ma, prese nel loro insieme, mostrano la nascita caotica e, a tratti, dolorosa, dell’America del ventunesimo secolo. Fanno ciò che le fotografie sanno fare al meglio: congelano nel tempo momenti decisivi per un’analisi futura.

Jean-Pierre Laffont è nato in Algeria, è cresciuto in Marocco e ha studiato fotografia in Svizzera, prima di iniziare a lavorare come ritrattista di star del cinema a Parigi. Ma voleva diventare foto-reporter e gli Stati Uniti lo affascinavano da sempre. Quando giunse a New York la città era sporca e pericolosa, il Paese stava attraversando cambiamenti profondi e sembrava che tutti scendessero in piazza a manifestare. Percorse gli Stati Uniti in lungo e in largo, da Manhattan agli Stati centrali, raccontando i cambiamenti radicali che investirono la realtà americana, coprendo l’intera gamma dello spettro sociale, dai nullatenenti alla cerchia presidenziale.